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Paura: l'altra faccia dell'Amore

  • Immagine del redattore: Silvia Sciacca
    Silvia Sciacca
  • 10 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Nessuno può oramai negare che l’epoca in cui ci troviamo sia un’epoca di grandi cambiamenti. Cambiamenti tecnologici, cambiamenti climatici, cambiamenti nella nostra stessa vita (ne è un esempio recente e, senza dubbio, d’impatto, la situazione in cui ci troviamo in Italia per via dei nuovi accadimenti). Cambiamenti veloci, spesso radicali, che ci scaraventano, senza il tempo di riflettere, senza neanche il tempo di un respiro per poterci centrare, fuori dalla nostra zona di comfort.

Ogni cambiamento, in verità, costringe ad uscire dalla zona di comfort, ma quando si tratta di situazioni improvvise e inaspettate è assai difficile fare il punto della situazione, e gran parte delle persone comincia a sentirsi schiacciata e poi sommersa da un senso di angoscia che le pervade, e che si cristallizza trasformandosi, poi, in vera e propria paura.

Niente di più normale.

In situazioni di emergenza, infatti, la nostra mente comincia a turbinare il più velocemente possibile in cerca di file, salvati nel tempo, da cui poter attingere la modalità ideale per farvi fronte. Cerca freneticamente e continuamente, salvo poi non riuscire a trovare nulla che faccia al caso suo. Questo avviene perché la situazione di fronte a cui si trova, in realtà, è nuova, quindi non esiste nessun “coniglio da tirare fuori dal cappello”.

Si rischia così di entrare in un circolo vizioso di paura-frenesia-mancanza di razionalità-mancanza di soluzione-più paura…e così via.

Come ho detto, questo è piuttosto normale per una mente non abituata alla quiete e al silenzio.

Infatti, come quando il mare è in tempesta e non si riesce a vederne il fondale, così, quando una mente è agitata è difficile che riesca ad osservarsi e a comprendere cosa le sta accadendo.

Allora cosa si può fare? È possibile spezzare questa catena di pensieri-emozioni pesanti? Naturalmente sì!

La prima cosa che la situazione richiede è quella di fermarsi un attimo, fare un lungo e profondo respiro e realizzare che abbiamo la possibilità e la capacità di osservare i nostri pensieri e, nello stesso tempo, di non seguirli.

Possiamo scegliere di guardarli come se stessimo osservando uno schermo su cui viene proiettato qualcosa.

Una volta fatto ciò possiamo sicuramente cominciare ad avvertire un certo distacco da questi pensieri, quasi come se non ci appartenessero. Ed in effetti è proprio così. I pensieri non sono altro che impulsi elettrici che con la stessa velocità con cui arrivano se ne vanno, se scegliamo di non attaccarci a loro.

Questo distacco ci evita di creare un’emozione legata a quel pensiero (nel nostro caso pensiero di pericolo → paura), e ci consente di rimanere in uno stato di lucidità e chiarezza (ricordate l’esempio del mare? Quando il mare è calmo si può tranquillamente osservare il fondale).

Questo stato di calma è il presupposto fondamentale perché inizino ad arrivarci quelle soluzioni che stavamo cercando per poter affrontare al meglio la situazione, per far fronte al cambiamento che la vita ci ha posto dinnanzi.

Questo atteggiamento ci offre un vantaggio importantissimo nelle situazioni di stress e cioè quello di poter osservare l’evento esterno da un punto di vista differente. Non più come un dramma che la sfortuna ci ha addossato ma come un’opportunità che la vita ci ha donato.

Da questo luogo d’osservazione anche le emozioni e i sentimenti che colleghiamo all'evento cambiano radicalmente.

La paura, che ci attanagliava fino a un momento prima, si trasforma ora in gratitudine per la possibilità di evoluzione che ci è stata offerta e iniziamo a sentirci pervasi da un senso di tranquillità, pace e amore.

In una situazione di stress riportare il focus dentro di noi, al nostro raccoglimento e silenzio, è fondamentale per poterla ridimensionare, evitando che assuma dimensioni gigantesche e al di fuori della nostra portata, di fronte alle quali avremmo poi, naturalmente, paura.

Allora, quando cominciamo ad avvertire un disagio di fronte ad un accadimento, o ci accorgiamo di essere nella paura, proviamo semplicemente a chiederci: “Ma, nella realtà, cosa c’è davvero in questo momento?”.

Potreste allora sorprendervi a guardare fuori dalla finestra e vedere un bel paesaggio, gli alberi in fiore, uno splendido tramonto; oppure a guardare i vostri figli giocare sereni; o, ancora, sentire il delizioso profumo della cena quasi pronta o il cinguettio degli uccellini fuori dalla finestra mentre siete ancora avvolti dal tepore delle lenzuola.

Potreste allora sorprendervi ad ascoltarvi, e a sentire quella voce chiara e serena, dentro di voi, che con amorevole gentilezza sussurra: “VA TUTTO BENE!”


 
 
 

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